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La seconda vita dei tralci portati da Diomede…

Non c’è nulla di più daunio del Nero di Troia e del Tuccanese, due vitigni simbolo di questa incantevole terra dal paesaggio fiabesco. La loro storia è avvolta dal mistero, ma la loro bontà è indiscutibile!

La leggenda vuole che il Nero di Troia sia arrivato con Diomede, l’eroe della guerra di Troia, che avrebbe piantato i tralci di vite lungo le rive dell’Ofanto, ma secondo alcuni studiosi sarebbe un’antica varietà locale già coltivata dalle popolazioni indigene dei Dauni e dei Peuceti prima ancora della colonizzazione ellenica.

Il Tuccanese, un vitigno che rischiava di scomparire, è stato a lungo considerato il clone del Perricone siciliano, ma in realtà è sempre stato qui, sui monti Dauni… fu la dinastia Angioina a diffonderlo successivamente in Sicilia. Tuccanese e Nero di Troia, i cui grappoli maturano solo nelle prime settimane di ottobre, danno origine a vini fieri e generosi, come gli abitanti di questo territorio.

Aliuva, un rosso di corpo

L’Aliuva, ottenuto da un blend di Tuccanese, Nero di Troia e Cabernet, è un vino raffinato, erbaceo e intensamente profumato. T’inebria con il suo bouquet di frutta rossa, foglia di pomodoro e spezie mediterranee, che si ritrovano puntualmente in bocca. È ottimo con l’agnello in agrodolce, ma anche con i troccoli al ragù. Si consiglia di stappare la bottiglia almeno un’ora prima. Temperatura di servizio: 18-20°C.